Defì – Sfida alle bollicine
come nasce l’idea del prodotto a marchio Di.Al.
A cura di Alessandro Capuano – Res.Consorzio Di.Al.
Nel 2016 Il Consorzio Di.Al. si è affacciato all’ipotesi di creare un prodotto a marchio di proprietà, capace di intercettare le diverse realtà di aziende associate.
Inizialmente si era pensato ad un marchio di Acque o soft drink, ma grazie ad un’accurata analisi effettuata mediante i dati di sell-out interni di gruppo, incrociati con le tendenze del mercato, si è deciso di investire su una categoria di prodotto trasversale, non propriamente territoriale, utile a dare valore al mercato Ho.Re.Ca.
Il prosecco infatti si collocava tra le categorie merceologiche a più alto valore in termini di crescita sia di volumi che di fatturato.
Con questa mossa,afferma il presidente Caso, volevamo percorrere una nuova idea di Consorzio e di prodotto a marchio ed in parte ci siamo riusciti, portando già nel primo anno, grandissimi risultati.
Artisti, linguaggi e ambizioni.
La realizzazione della prima etichetta, disegnata a mano dall’artista, nonché tecnologo agroalimentare Alessandro Arrigo, su commissione del Presidente Caso, voleva essere innovativa e di rottura con il passato, proprio come nella filosofia del Consorzio Di.Al., che si vuole proiettare con forza verso il futuro!
E’ stata pensata e realizzata come un’unica etichetta che viene poi divisa in tre parti, ciascuna per ognuno dei tre spumanti divenuti poi quattro nel 2020 con l’aggiunta del Prosecco Rosé.
Alla presentazione dei diversi nomi da attribuire al nostro prosecco a marchio, il Direttivo, non ebbe dubbi su quello che doveva essere il nome definitivo, ovvero: “Defì”.
Il nome del marchio è un ironico ed ammaliante riferimento alle bollicine dei cugini Francesi. Defì infatti, tradotto nella lingua transalpina sta a significare “sfida”.
Volevamo sfidare il mercato, sfidare noi stessi e le nostre abitudini.
A sua volta, al marchio principale Defì furono declinati diversi nomi, per identificare le tre diverse tipologie di prodotto: Il Docg Valdobiadene, il Doc Treviso e lo spumante Cuveé, divenute quattro nel 2020 con l’ingresso del Prosecco Doc Rosè.
Il linguaggio esperanto
Per ideare i tre nomi pensammo a qualche cosa di diverso, non solo per quanto riguarda il nome stesso, ma riferito anche al linguaggio da utilizzare.
Un linguaggio capace di unire, di armonizzare e dare un senso espressivo alle parole.
Ecco che nacque l’idea dell’esperanto. Una lingua artificiale sviluppatasi alla fine del 1800.
I tre nomi degli spumanti, presenti nelle etichette sono stati tradotti in Esperanto, lingua internazionale formalizzata alla fine dell’ottocento (1887) ed accettata dalla comunità dei linguisti come lingua facile da imparare e molto simile alle lingue etniche ed anche democratica, in quanto si compone delle radici di parole che derivano da molte altre lingue. Nello specifico da lingue non indoeuropee come il giapponese, ma in gran parte da latino, lingue romanze (in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco). Tale lingua è poi in continua evoluzione grazie alla continua introduzione di nuove parole e di nuovi termini!
Quindi i tre nomi degli spumanti scelti furono: Felico (Felicità); Gajeco (Allegria) ed Euforio (Euforia). Pronunciati: Felicio, Gaiezo, Eùforio, completati dal quarto prodotto nel 2020 Serenico (Serenità) come augurio ai nostri associati, in occasione del tremendo anno pandemico, che ha distrutto il mercato Ho.Re.Ca.
All’interno dell’etichetta, l’artista Arrigo completò il lavoro con tre loghi, realizzati in rosso sangue.
Sono simboli rivisitati che rappresentano appunto i tre nomi degli spumanti: Felicità per il D.O.C.G.; Allegria peri il D.O.C. e Euforia per la cuvè!
Le Etichette
Per la realizzazione delle etichette, si pensò alla tecnica dell’acquerello, in se molto antica, sviluppata infatti agli albori della società umana, come prima forma d’arte dell’uomo preistorico,precisamente risalente al periodo del Paleolitico superiore, 40000 – 35000 anni fa, che miscelava terre colorato o colori naturali provenienti da piante ed animali all’acqua e che poi disegnava con le dita o con bastoncini sulle rocce delle caverne (pitture rupestri), in modo da traghettare, veicolare, questi spumanti verso l’avvenire; quindi un modo quasi poetico di rappresentare il passato e di veicolarlo verso un futuro radioso!
Da questa idea di dipinto ad acquerello, si è passato infine alla rivisitazione in chiave più moderna, utilizzando un’innovativa carta a pasta nera, sul quale sono stati incisi il simbolo in rilievo rosso.
Sul collo della bottiglia è presente il logo del Di.Al. da cui partono delle bollicine (il perlage degli spumanti), che rendono, in qualche modo, l’etichetta quasi tridimensionale, dando alla stessa un’idea di profondità e dinamismo che gli oggetti bidimensionali come le etichette non potrebbero possedere!
In definitiva, un prodotto unico, pieno di passione ed assolutamente autentico, prodotto dai migliori viticoltori della zona di Conegliano Valdobiadene, esclusivo per gli Associati Di.Al.